Il meteorite è ciò che rimane dopo l’ablazione atmosferica di un “piccolo” asteroide entrato in collisione con la Terra. In pratica è ciò che di esso raggiunge il suolo. Quando entrano nell’atmosfera i meteoroidi si riscaldano fino ad emettere luce, formando così una scia luminosa.
Il riscaldamento non è prodotto dall’attrito, ma dalla pressione dinamica generata dalla fortissima compressione dell’aria di fronte al meteorite. La maggior parte delle meteoriti si disintegrano in aria, e l’impatto con la superficie terrestre è raro.
Ogni anno si stima che il numero di rocce che cadono sulla Terra delle dimensioni di una palla da baseball o più si aggiri sulle 500. Sulla Terra, in rarissimi casi, sono state trovate meteoriti provenienti dalla Luna o  da Marte. Le meteoriti, recuperate subito dopo essere state osservate nell’attraversamento dell’atmosfera o nell’impatto sulla superficie terrestre, vengono chiamate cadute. Tutte le altre sono note come ritrovate. Ogni meteorite ha un nome specifico che deriva dal luogo di rinvenimento. A seconda che si tratti di un meteorite ferroso o roccioso diverse caratteristiche possono cambiare, ma normalmente tutte le meteoriti cadute da non troppo tempo mostrano una crosta di fusione scura e possono presentare sulla superficie piccole cavità chiamate regmagliti, simili alle impronte lasciate dalle dita sulla creta fresca.
La forma non è mai sferica e  non presentano quarzo o bollicine. Quelle ferrose hanno una densità prossima a quella del ferro e anche quelle rocciose risultano significativamente più pesanti rispetto alle rocce comuni.
Le meteoriti sono state divise tradizionalmente in tre grandi categorie: rocciose (anche dette aeroliti), composte principalmente da silicati; ferrose (anche dette sideriti), composte per lo più da una lega di ferro e nichel e ferro-rocciose (anche dette sideroliti), che contengono sia metallo che roccia in proporzioni simili.
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